Se la Medicina Naturale era stata messa in secondo piano durante la nascita della Medicina moderna convenzionale, in questi ultimi anni si è registrato il fenomeno contrario: gli effetti collaterali determinati dai medicinali di sintesi hanno rinnovato l’interesse per l’approccio “naturale”, con particolare attenzione verso la Fitoterapia.
Le fitomedicine sono finalmente state riconociute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; esse sono prodotti contenenti principi attivi derivanti esclusivamente dalle piante o dalle loro combinazioni. In particolare i principi attivi si possono estrarre dai frutti, dalle foglie, dalla linfa o dalle radici. in particolare sono molto efficaci le sostanze che vengono estratte dalle gemme, in quanto contengono le cellule meristematiche che possiedono la genetica e l’energia necessarie allo sviluppo della pianta. Da tutte queste parti della pianta si possono ottenere molteplici prodotti: succhi, compresse, frazioni lipidiche, tinture madri, estratti idrogliceralcolici, infusi, decotti e oli essenziali. Spesso questi fitocomplessi (insiemi di più principi attivi) sono a tutti gli effetti dei farmaci di origine vegetale, in quanto svolgono un’azione terapeutica; se ben scelti, quindi, non solo non hanno controindicazioni, ma possono anche essere utili in caso si stiano assumendo farmaci tradizionali; questo perchè favoriscono la depurazione dell’organismo e in particolare del fegato, deputato alla disintossicazione del corpo da tossine e scorie.
Non si deve mai dimenticare però che la fitoterapia non va intesa come una vera “medicina che cura il male”, bensì come un rimedio per alleggerire il disturbo e uno strumento per mantenere in salute il corpo, e quindi anche lo spirito.